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novembre 2020

19/11/2020

Kilian scende in pista

Potrebbe essere programmato per questo week end, 21 e 22 novembre, il tentativo del primato del mondo delle 24 ore in pista da parte di Kilian Jornet. La misura da superare è di 303km (e 506 metri), percorsa in una prova in pista ad Adelaide, in Australia, nel 1997 da Yiannis Kouros – denominato il “dio della corsa”. Ce la farà lo spagnolo a fare meglio del greco? Mi viene da affermare che ce la farà senza alcun dubbio: dopo 23 anni dal primato mondiale, il mondo della corsa è cambiato per tantissimi aspetti, tutti favorevoli ovviamente. Alimentazione (ed integrazione), metodiche di preparazione (anche nella pratica degli allenamenti in quota), materiali (delle scarpe e delle piste).
Già questi elementi sarebbero sufficienti a dare un bel vantaggio al trentatreenne ultra maratoneta, ma ci sono aspetti più specifici, correlati alla fisiologia, che fanno pensare che lo spagnolo farà decisamente meglio del greco. Un dato su tutti: Kilian ha un valore di VO2max di 90 ml/min/kg. Con un tale valore potrebbe avere il potenziale di correre la maratona in meno di 2 ore. Si pensi che al primatista del mondo della maratona, Eliud Kipchoge, è stato misurato un VO2max di 86 ml/min/kg.
La storia delle corse di resistenza ha spesso messo in evidenza che si possono ottenere ottimi riscontri cronometrici senza per questo essere fisiologicamente molto dotati. Cito su tutti l'esempio del maratoneta australiano Derek Clayton, che nel 1969 (ad Anversa) ha portato il primato del mondo della maratona a 2h08'34”. L'australiano aveva un valore di VO2max come quello di un “buon amatore”: 69,7 ml/min/kg.
Si sa che la potenza aerobica non è quindi un elemento che dà garanzia di successo per correre forte una maratona. Figurarsi per una distanza di oltre otto maratone consecutive.
Infatti lo spagnolo, che si è cimentato un mese fa in una gara piatta di 10km, rispetto alla sua potenza aerobica ha espresso un rendimento molto (molto) basso. Forse non era nella giornata giusta, ma penso invece che non fosse interessato a questo tipo di sforzo considerando che il suo obiettivo era appunto “la 24 ore”. Insomma, la potenza aerobica non è un elemento rilevante per competere in una prova di 1440 minuti, un numero che al solo pensiero mette il mal di testa.
Per migliorare il primato del mondo delle 24 ore Kilian deve tenere un'andatura media di 4'45”/km. Kouros, che ha un PB in maratona di 2h24'01”, in occasione del record del 1997 era passato alla maratona in 2h59'58” (4'16”/km) e ai 100km in 7h17' (4'21”). In gare così lunghe, la strategia tattica è di partire comunque a buon ritmo e cercare di calare il meno possibile. Non si riesce ovviamente a fare il “negative split”. E' insito che la stanchezza faccia scadere la meccanica di corsa, e quindi rallentare.
É molto probabile che a Kilian verrà più facile fare tempi di passaggio più veloci del greco.
Lui ha a disposizione tanti più supporti tecnici rispetto a quelli che poteva disporre Kouros, che gli consentiranno di stare sempre davanti al primato.
Chissà se anche lui, com'è stato per i recenti primati del mondo fatti in pista (dai 5000m all'ora), avrà a riferimento la scia luminosa. Molto probabilmente rifiuterà questo supporto tecnologico, anche perché potrebbe andare in confusione. Penso che Kilian potrebbe virtualmente doppiare Kouros tante volte da perdere i conti.
Io credo che lo spagnolo arriverà a percorrere almeno 320km, e non escludo che possa aggiungerne anche altri 5. Non ne sarei affatto meravigliato.

qui il link del video di presentazione di Kilian

Orlando

(photocredit: Vegard Breie)



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